Il Morocco Desert Challenge ci porterà tra le dune del Sahara.
Il Sahara è il deserto più vasto al mondo con una superficie di 9.000.000 kmq (il più piccolo è il deserto del Sonora in Nord America con 310.800 kmq – fonte Calendario Atlante De Agostini Ed. 2023).
Si trova tra 16° di longitudine Ovest e 35° longitudine Est. E’ attraversato dal Tropico del Cancro (23° 27′ latitudine nord) e si estende dall’Oceano Atlantico al Mar Rosso su una lunghezza di 5.000 km.
Il Sahara è formato da tre tipologie di terreni diversi:
- Hammada: terreno formato da roccia nuda, liscia, incisa e lavorata dai venti. Sono aree consistenti in terreni aridi, brulli, altopiani rocciosi e con la presenza di pietrisco dalle forme aguzze;
- Serir o Reg: terreno formato principalmente da ciottoli e ghiaia. La formazione di questo tipo di deserto è una conseguenza del vento che rimuove le particelle più fini per far emergere dal suolo quelle più grossolane, come formazioni ghiaiose.
- Erg o Idean: zona desertica caratterizzata dalle famose dune di sabbia.
Le dune del Sahara, però, hanno ispirato e fatto sognare intere generazioni di piloti di rally raid.
Perché qui è nata la Parigi Dakar, la gara più famosa al mondo immaginata ed ideata da Thierry Sabine.
Il Morocco Desert Challenge ci porterà, quindi, su alcuni dei tracciati delle prime edizioni, quelle che hanno fatto nascere il mito.
Le zone desertiche in questa parte del paese sono denominate Erg e durante la gara attraverseremo quelle più belle, incontaminate e difficili.
Il primo deserto che incontreremo è l’Erg Chigaga il più grande del Marocco. Difficile da raggiungere, per la sua posizione, è quello meno visitato e quindi anche più selvaggio.
A metà gara i tracciati delle prove speciali interesseranno l’Erg Ouzina e l’Erg Znaigui, meno vasti come superficie ma non per questo meno affascinanti.
Negli ultimi giorni invece saremo tra le spettacolari dune dell’Erg Chebbi che raggiungono un’altezza di 150 metri e sono disseminate in un’area di 22 Km da Nord a sud e di 5–10 km da Est a Ovest.
Sulle sabbie del deserto come sulle acque degli oceani non è possibile soggiornare, mettere radici, abitare, vivere stabilmente. Nel deserto come nell’oceano bisogna continuamente muoversi, e così lasciare che il vento, il vero padrone di queste immensità, cancelli ogni traccia del nostro passaggio, renda di nuovo le distese d’acqua o di sabbia, vergini e inviolate.
Alberto Moravia